1915. Dal football alle trincee by Bassi Alessandro

1915. Dal football alle trincee by Bassi Alessandro

autore:Bassi, Alessandro [Bassi, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Calcio, Prima guerra mondiale, Storia contemporanea
editore: Bradipolibri Editore
pubblicato: 2015-05-12T07:00:00+00:00


Santamaria (Genoa) e Parodi (Casale)

ambasciatori presso i governi dell’Intesa - affinché lo tenesse pronto da presentare a Grey al momento del ricevimento di un telegramma contenete le istruzioni del caso. Contemporaneamente scriveva a Fasciotti per sapere se in caso di guerra contro l’Austria-Ungheria si sarebbe potuto contare sull’aiuto della Romania. Imperiali il 22 sottoponeva a Sonnino alcune osservazioni, prospettando alcune difficoltà circa l’art. V relativo alla Dalmazia, mentre Fasciotti comunicava l’accoglienza entusiastica di Bratianu. Il 26 Sonnino informava Salandra che non si poteva più fare affidamento su un accordo con Vienna, proponendo al contempo di dar via al “telegrammone”: Salandra rispose favorevolmente il giorno seguente aggiungendo di non dare agli Imperi centrali l’impressione che le loro speranze di poter tenere a bada il governo italiano con le trattative in corso fossero perse.98

Nello stesso tempo si iniziava a “lavorare” più in profondità nell’opinione pubblica italiana. Da segnalare per la sua intrinseca importanza un articolo apparso su Il Giornale d’Italia, testata notoriamente vicina agli ambienti governativi, nel quale, si prefigurava un’intensificazione nell’imminente primavera delle operazioni belliche da parte degli schieramenti: (…) La sorte e l’avvenire dell’Europa e del mondo saranno con tutta probabilità decisi in questo primaverile rifiorire del conflitto.” Da questa premessa, si proseguiva affermando essere ormai prossima per il popolo italiano l’ora della decisione, poiché “gli italiani sanno da vari mesi che l’attuale neutralità non può essere fine a se stessa ma rappresenta un periodo di raccoglimento, di preparazione e di attesa.(...) Quello che noi invochiamo e vogliamo è che il popolo italiano senta di essere pronto a fare tutto quanto può e deve per dare alla patria il posto che le compete nell’Europa, nel mondo. Lasciar passare questa crisi senza che l’Italia migliori le sue frontiere, realizzi le sue aspirazioni, rialzi il proprio prestigio, si assicuri, in una parola, il proprio avvenire sarebbe un suicidio. (…) Prolungare indefinitivamente l’attuale neutralità sarebbe disinteressarsi delle sorti future del mondo, proclamare la decadenza dell’Italia dal rango di grande Potenza, consegnarsi mani e piedi legati all’arbitrio del vincitore, all’odio dei vinti.”99



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